In molti pensano che un ente come la Banca d'Italia debba essere ridimensionato. Difficile giustificarne i numeri allucinanti, essenzialmente necessari a pagare stipendi da favola ai tanti suoi dirigenti: solo il governatore percepisce circa 750 mila euro annui, mentre il presidente della BCE ne guadagna la metà e quello della Federal Reserve Bank cinque volte meno.
I tagli a Bankitalia erano attesi da parecchio, in quanto da parecchio è noto che le sue funzioni si sono ridotte lasciando quindi i suoi dipendenti in assoluto sovrannumero. Come denunciato tempo fa dall'ADUSBEF, le funzioni di Bankitalia sono nettamente diminuite dopo l’introduzione dell’euro che ha visto il passaggio della politica monetaria alla BCE e del controllo della concorrenza bancaria all’antitrust. Mentre il controllo di Bankitalia è paradossalmente assunto da quei soggetti che sono sottoposti alla sua vigilanza: le banche.
E' intuitivamente ridondante una struttura complessa e articolata come quella della Banca d’Italia sul territorio nazionale dopo l’avvento della moneta unica e in vista della vigilanza centralizzata presso la BCE. L’attuale rete operativa sul territorio conta 20 filiali regionali e provinciali, 25 sportelli e 18 centri per la vigilanza e tesoreria dello Stato, oltre a tre sedi distaccate a New York, Londra e Tokyo che costano un sacco di soldi e ci si chiede a cosa servano: i compiti di tesoreria sono stati completamente informatizzati, è per l’anno prossimo l’accentramento delle funzioni di vigilanza bancaria a Francoforte e sono in vista gli Eurobond che, una volta a regime, sostituiranno i titoli di Stato.
I suoi 7.300 dipendenti strapagati – denuncia ancora l’ADUSBEF – non si sa bene quali mansioni svolgano: il ruolo dell’istituto di via Nazionale è prevalentemente quello di ufficio studi, di ottimo livello per carità, ma non serve in quanto è un doppione dell’ISTAT e di tutti gli uffici studi delle varie associazioni di categoria che si confrontano quotidianamente nell’intricata giungla delle statistiche e delle previsioni economiche. Un ruolo che -oltretutto - potrebbe benissimo essere lasciato alle Università.
L'ultima domanda - retorica - è per il commissario alla spendig review Enrico Bondi: non è che si è dimenticato di Bankitalia? Già sol un'azione di taglio degli stipendi avrebbe portato nelle casse dello Stato qualche centinaia di milioni di euro, altrimenti oggetto delle tante tasse finora viste. Oppure si poteva chiudere tutte la sedi provinciali e regionali accentrando le funzioni di tesoreria a Roma – come sosteneva tempo fa CONFINDUSTRIA. Liberando, oltretutto, numerosi spazi costituiti da immobili di pregio che potrebbero essere affittati a soggetti privati per incamerare nuove risorse, anziché spendere ulteriori soldi per conservarli: solo per la manutenzione dei giardini se ne vanno 7 milioni di euro all’anno.
Tanti nomi illustri sono entrati ed usciti a capo del palazzo di via nazionale. Ciampi o Dini, ad esempio. O Draghi. Fino al discusso Visco. La politica, alla fine, si è mischiata sempre con gli interessi di Bankitalia ed lì ha forgiato i suoi uomini migliori, cullandone gli interessi. Quindi, chiedere lì tagli è come chiederli in Parlamento, a Palazzo Chigi o al Quirinale. Dove tutti hanno visto che tagli hanno fatto...
FONTE: http://www.investireoggi.it